WINE MODERATION: IL VINO TRA CULTURA E MODERAZIONE

WINE MODERATION: IL VINO TRA CULTURA E MODERAZIONE

Nella pratica rituale e conviviale della Grecia antica, il consumo di vino era accompagnato da una precisa idea di socialità.

La radice del termine greco symposium (da syn-potein) significa infatti “bere insieme”.

Inoltre i Greci erano perfettamente consapevoli dell’effetto inebriante del vino e lo mescolavano con l’acqua, in proporzioni diverse e in base al livello di ubriachezza che desideravano raggiungere. 

Durante i simposi, giovani e meno giovani si riunivano non soltanto per bere vino, cantare, amoreggiare, ma anche per apprendere.

Ma apprendere che cosa?

Nei symposia, le celebri bevute collettive si intrecciavano a norme e trasgressione anche al fine di acquisire una maggior consapevolezza riguardo agli effetti e alle conseguenze dell’ebbrezza.
Insomma, oltre a mescolare l’acqua con il vino, i greci sapevano mescolare l’educazione alle esperienze più trasgressive.
Stiamo parlando di una società antica, diversissima dalla nostra, che ha ancora qualcosa da insegnarci. Per esempio, un senso di moderazione e di misura a noi, spesso, sconosciuto.
Se ti interessa conoscere meglio la cultura del vino nell’antica Grecia, ti suggeriamo di leggere il bellissimo libro di Maria Luisa Catoni: Bere vino puro – Immagini del simposio (Feltrinelli).

E al giorno d’oggi cosa si intende per moderazione? 

Un programma di matrice europea e di respiro internazionale ha l’obiettivo di sensibilizzare al consumo responsabile e moderato del vino.

Wine in Moderation incentiva una cultura del vino sostenibile e uno stile di vita sano e salutare.

Solo degustando il vino lentamente e con temperanza, si può apprezzare e godere pienamente del suo carattere e dei suoi aromi.

Dunque, possiamo dire che anche nel mondo moderno e contemporaneo è ancora valida la massima oraziana “est modus in rebus sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum» (OrazioSatire, I – 1, 106-107). Ovvero, che esiste una misura nelle cose; esistono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto.

Investire in percorsi di responsabilità sociale e sostenibilità è ormai avvertito dalle aziende produttrici di vino più innovative come un irrinunciabile aspetto etico.
Infatti, il comportamento di un’azienda orientata a contribuire al benessere della società e dell’ambiente è sempre più considerato dai suoi clienti come un elemento determinante nella scelta del prodotto.

 

Va detto che la maggior parte dei consumatori apprezza il vino con la giusta misura, e che soltanto una minoranza ne abusa.
Ecco alcune attività concrete che il settore vinicolo può contribuire a realizzare nello sforzo congiunto della prevenzione dei danni da consumo smodato di alcool:

  • formare professionisti capaci e competenti
  • rendere responsabili le persone operanti nel settore
  • comunicare in modo etico
  • informare con dati scientifici
  • diffondere le regole di uno stile di vita sano
  • valorizzare il patrimonio culturale vitivinicolo ed enogastronomico locale
  • promuovere il consumo moderato e consapevole
  • orientare il consumatore nelle sue scelte.

Riconoscere l’importanza del vino come fattore sociale e culturale nelle diverse realtà territoriali e mondiali.

Il vino è presente in tutto il mondo, in molti stili di vita, e il suo consumo è fortemente influenzato dai diversi aspetti culturali e sociali.

Ogni progetto di sensibilizzazione ai rischi di un’assunzione eccessiva di vino, dovrebbe essere quindi guidato da campagne di comunicazione e ricerche scientifiche contestualizzate.

 

Fondamentale è rivolgersi ai più giovani.

Un progetto italiano che va in questa direzione è, appunto, “Vino e Giovani”. L’iniziativa realizzata in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Regioni e Università, ha coinvolto circa 25000 giovani in sedici atenei italiani.

A Verona, il progetto “Ascolta i tuoi sensi”, patrocinato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune, promosso e realizzato da UIV (Unione Italiana Vini) in sinergia con il programma paneuropeo “Wine in Moderation”, ha visto negli anni scorsi la partecipazione di alcune centinaia di studenti di scuole superiori diverse. Lezioni in aula e attività sul campo hanno approfondito vari aspetti legati al vino e al suo rapporto con la salute. L’iniziativa, basata soprattutto su esperimenti pratici e analisi sensoriali ha avuto l’obiettivo di far conoscere e apprezzare in modo consapevole profumi e sapori, creando competenza e responsabilità nell’assunzione delle bevande alcoliche.

Premesso che non esiste un consumo di alcol sicuro per la salute e che i giovani sotto i 18 anni non devono bere affatto, così come coloro che si mettono alla guida o assumono farmaci e le donne in gravidanza o in fase di allattamento, se si sceglie di degustare una bevanda alcolica è importante avere un atteggiamento consapevole orientato a un consumo responsabile.

Anche la grande distribuzione organizzata si è mossa in questo senso, sotto l’egida di Wine in Moderation e con il sostegno del Ministero della Salute e Unione Italiana Vini, partecipando a: Conoscere l’Alcool”, un  progetto utile a sensibilizzare al consumo responsabile e consapevole delle bevande alcoliche: 24 giornate di sensibilizzazione con personale formato sul posto, a disposizione dei clienti, e 220 punti vendita in tutta Italia hanno disposto nelle corsie dedicate al comparto alcolici, allestimenti e materiale informativo.

Domìni Veneti è ambasciatore con Cantina Valpolicella Negrar del programma europeo di sensibilizzazione “Wine in Moderation”, promuove la cultura del vino e della degustazione.

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