Dopo la vendemmia: cosa succede in vigneto?

Dopo la vendemmia: cosa succede in vigneto?

Come possiamo rinforzare i nostri terreni per aiutare naturalmente le piante a crescere e a svilupparsi in modo sano?

Fino a 30 anni fa il viticoltore era considerato l’ultimo anello della catena, oggi invece, mentre è sempre più evidente l’importanza di preservare le autodifese delle piante e dei terreni, può essere protagonista del cambiamento e lavorare in prima linea nel difendere e preservare la Natura.

Negli ultimi dieci anni infatti ci siamo resi conto che i cambiamenti a livello globale sono profondi e probabilmente irreversibili, ma in conseguenza della pandemia di COVID 19, la consapevolezza ecologica recentemente è ancor più aumentata, anche nel settore agricolo.

Dal 2004 Domini Veneti è all’avanguardia nella gestione biologica dei vigneti e nella produzione di vini biologici certificati.

Scopri con noi il tris BIO Domìni Veneti:

 

Dopo la raccolta a mano le uve vengono vinificate fresche per la produzione di Valpolicella Superiore.
Una seconda fermentazione (ripasso) di 15 giorni a contatto diretto con le vinacce
dell’Amarone conferisce corpo, alcolicità e complessità.
Il colore è rosso rubino intenso, il profumo è speziato di pepe nero e vaniglia e si confonde
in una sorprendente combinazione di frutti rossi come la ciliegia e i lamponi, ma anche di frutta cotta.
Complesso, leggermente tostato al naso e fine.
Rotondo ed elegante con tannini densi e setosi.

Ottimo in abbinamento a tutte le carni rosse alla brace e ai formaggi mediamente stagionati.

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Occorre prepararsi per affrontare le prossime annate, consapevoli che il futuro ci riserva poche certezze

 

Noi puntiamo soprattutto a innalzare il livello di professionalità dei nostri tecnici e dei nostri viticoltori, il che per noi significa:

  • formazione continua
  • nuovi investimenti

Questo grande impegno comune si traduce in fiducia nel rapporto con i nostri clienti ed elevata qualità dei nostri prodotti.

 

Ma la scelta del biologico parte dal campo

La viticoltura biologica deve rispondere all’esigenza di una produzione economicamente redditizia, che non compromette la salute, preserva l’ambiente e seduce il palato.

Dopo la raccolta dell’uva è ora tempo di nutrire il terreno con una buona concimazione che anticipa la caduta delle foglie e l’arrivo dell’inverno.

La concimazione autunnale infatti, oltre che ripristinare gli elementi nutritivi, aumenta le riserve nei tessuti della vite e favorisce un buon germogliamento in primavera, migliorando complessivamente le difese naturali della pianta.

Come regola generale, in autunno va distribuito l’azoto prevalentemente sotto forma organica (o ammoniacale), per circa un terzo del fabbisogno totale, mentre il resto andrà distribuito in primavera, poco prima della ripresa vegetativa.

L’ intervento della fertilizzazione autunnale va effettuato preferibilmente con prodotti ricchi di sostanza organica, quali letame o compost maturi, concimi organici o misti. Attenzione però: le concimazioni  azotate devono, in ogni caso, rispettare la Direttiva Regionale Nitrati: non si devono mai superare i 170 kg di unità fertilizzante di Azoto per ettaro all’anno!

Quali sono i principali vantaggi agronomici ed ambientali di un buon apporto di sostanza organica?

L’abbiamo chiesto al tecnico di campagna di Cantina Valpolicella Negrar Claudio Oliboni che ci ha risposto così:

“Innanzi tutto dobbiamo considerare che aumenta la capacità di ritenzione idrica del terreno, addirittura fino a 15 volte il peso dell’humus presente! Ciò si rivela particolarmente utile durante le estati calde e siccitose, ma anche in presenza di periodi di pioggia, in quanto limita i danni da erosione e dilavamento.

Quali altri aspetti si rivelano importanti dopo una buona concimazione autunnale con fertilizzanti organici o organo-minerali?”

“Per esempio l’aumento della coesione del terreno nei suoli sciolti e il miglioramento della possibilità di lavorare in quelli più compatti e argillosi. Infatti la concimazione autunnale migliora la struttura fisica del terreno”.

Non dobbiamo dimenticare che una buona concimazione autunnale favorisce infatti anche lo sviluppo di micro-organismi nel suolo, utilissimi per lo stato di salute radicale delle viti e, più in generale, per la vitalità del terreno.

Cosa si usa oggi per concimare i vigneti in Valpolicella?

Ove possibile si usa il letame bovino, equino oppure ovino, importanti soprattutto in fase di preparazione del terreno e per nuovi impianti, specialmente se vi è stata movimentazione del suolo. E’ importante che il letame sia ben compostato, quindi con almeno un anno di maturazione, che è il tempo necessario per la degradazione delle componenti fibrose come la paglia e il raggiungimento di una buona dotazione microbica. Quando non è possibile recuperare questi fertilizzanti vanno bene i composti organici facilmente reperibili sul mercato, verificando naturalmente la qualità della fonte di provenienza, richiedendo certificati o analisi.”

Come ci si approvigiona e come ci si orienta oggi nel mercato dei fertilizzanti?

“La disponibilità commerciale di fertilizzanti per l’autunno è al giorno d’oggi molto vasta e occorre competenza per valutare la quantità da distribuire che varia da prodotto a prodotto e in relazione alla percentuale di nutrienti contenuti nei vari prodotti”.

Ci sono alternative valide alla pratica della concimazione autunnale?

“Direi che una una valida alternativa, da considerare anche una integrazione alla concimazione, è il sovescio. Questa pratica consiste nella semina tra Ottobre e Novembre di un miscuglio di essenze foraggere rappresentate da cereali, leguminose, crucifere.

In commercio si possono trovare diverse combinazioni, pertanto suggerisco di scegliere in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere: in un terreno molto fertile e con piante vigorose, andrà privilegiato un sovescio con prevalenza di graminacee, in quanto assorbono molto azoto, invece, nel caso di terreni poveri e piante poco vigorose, si privilegeranno le leguminose, che hanno la capacità di arricchire il terreno di azoto.

Nel caso di terreni molto duri e compatti daranno i migliori risultati le crucifere, in quanto le loro radici larghe e fittonanti esplorano il suolo in profondità, sono piante annuali, e dopo la loro morte, in seguito alla decomposizione delle radici, rimangono gallerie che favoriscono l’arieggiamento. In primavera, quando saranno fiorite circa il 50% delle essenze, il sovescio andrà sfalciato o trinciato ed interrato. Nel primo caso avremo un accumulo di sostanza organica in superficie, nel secondo caso nei primi strati di suolo.

Importante è eseguire questa operazione in un lasso temporale di almeno quattro anni. Va fatto a file alterne, per permettere i primi interventi di difesa della vite facendo i passaggi sulle file non interessate al sovescio. 

Lo sfalcio e la trinciatura, coincidono mediamente con i periodi in cui si iniziano a fare i passaggi su tutte le interfile. Alla fine dei quattro anni, ogni filare avrà beneficiato di due interventi di sovescio”.

Sempre in questo periodo, in terreni molto compatti o con piante indebolite dalla scarsa vigoria, si può eseguire anche la pratica della ripuntatura o rippatura, che aiuta l’arieggiamento del suolo, lo stimolo della ripresa dell’attività radicale ed un miglioramento della capacità di ritenzione idrica.

Abbiamo recentemente pubblicato un articolo sulle motivazioni e i vantaggi inerenti la scelta del bio in vigneto e nel bicchiere: PER SAPERNE DI PIU’CLICCA QUI!

Ora sentiamo il parere del nostro tecnico di campagna Claudio Oliboni:

“Secondo il mio parere produrre biologico conviene a tutti:

  • al produttore e alla sua famiglia, perchè questa scelta lo avvicina alla terra e all’attività agricola in grande sinergia e rispetto, con maggior attenzione al comportamento vigneto e al suolo dove la pianta affonda le sue radici e trae nutrimento e a un approccio equilibrato nella sua difesa;
  • alla collettività, perché vivere in un ambiente che esprime l’essenza della vita, quindi ricco di biodiversità, colori e suoni, sano e rispettato, porta serenità a tutti e crea uno stato d’animo di amore e dignità;
  • all’ambiente che a sua volta aiuta la società a vivere meglio, anche sotto il profilo della salute: questo è un impegno che dobbiamo assumerci anche nei confronti delle future generazioni.”

 

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