30 vendemmie Domìni Veneti: annate e progetti enologici (PARTE 1).

30 vendemmie Domìni Veneti: annate e progetti enologici (PARTE 1).

Per noi produrre vini di territorio vuol dire raccontare la nostra storia e il paesaggio, la cultura e la gastronomia locale. Ma vuol dire anche sapersi adattare a nuove condizioni e incontrare nuove tendenze.

 

Domìni Veneti è il marchio di Cantina Valpolicella Negrar che rappresenta l’espressione più autentica di un territorio ben definito dal punto di vista geografico e storico: la Valpolicella Classica.

Ogni bottiglia che produciamo e distribuiamo in tutto il mondo contiene quindi un po’ della nostra terra insieme alla nostra storia e al nostro lavoro. La qualità è per noi l’investimento più importante che, anno dopo anno, accantoniamo perché le nuove generazioni possano ricevere il testimone di un patrimonio e di un futuro in cui credere.

30 anni di vendemmie ci hanno insegnato che nel rapporto vitigno-territorio affidarsi alla tradizione non basta, mentre il cambiamento climatico e le nuove frontiere della ricerca hanno aumentato la nostra capacità di interpretare il presente e anticipare il futuro.

 

Una chiave di lettura enologica

Direttore Generale Daniele Accordini

“La formazione di tecnico mi porta a considerare come valori principali nella mia professione il rispetto per la natura e i suoi ritmi.
Il mio tentativo è quello di cercare di interpretarla, di leggerla in anticipo, per carpirne le informazioni che poi devo tradurre in scelte operative, che i nostri consumatori esprimeranno sotto forma di apprezzamento dei vini che produciamo.

Ho festeggiato 30 vendemmie in questa azienda lo scorso anno e ne sono fiero. Posso dire che dal 1988 al 2018 l’ho vista crescere e trasformarsi e come accade anche a un buon Amarone durante la sua lunga maturazione a contatto con il legno in botte, anche noi ci siamo lentamente evoluti: secondo il mercato, il gusto, il clima, le tendenze. É fondamentale che un’azienda comprenda il contesto dove opera per mantenersi al passo con i tempi e che respiri l’aria del cambiamento in cui è immersa. E in questi ultimi 30 anni di cambiamenti ce ne sono stati tanti.

Il mon­do vitivinicolo mondiale ha subito profonde trasfor­mazioni.
Reagire, competere e progredire per affrontare nuove sfide e posizionarsi come modello di impresa all’avanguardia è stato un percorso impegnativo, di passione.
Una storia importante da raccontare”.

Daniele Accordini, Enologo Domìni Veneti

 

Impegno, passione e una storia importante da raccontare

Già l’eccezionale vendemmia, calda ed equilibrata del 1988 aveva portato in cantina 1000 quintali di uva che dopo l’appassimento si sarebbero trasformate in Amarone e in Recioto. Ma allora non erano previsti particolari sistemi di controllo. Le uve venivano disposte in cassette di legno e collocate poi sotto una tettoia, molto più esposte a possibili attacchi da Botrytis (la temibile muffa grigia) rispetto a oggi.
Bisognava pertanto realizzare un sistema di controllo per poter appassire le uve dotando l’area di una tecnologia innovativa con impianto di condizionamento e uno speciale deumidificatore. Il nuovo impianto assicurò negli anni successivi una maggior qualità costante rispetto alle incertezze meteorologiche.

Nel 1989 nasce la selezione Domìni Veneti

 

Domìni Veneti vini cru della Valpolicella - cantina storica

All’epoca “cantina sociale” era sinonimo di vino anonimo, prodotto con uve portate all’ammasso. Noi volevamo smantellare questo stereotipo valorizzando tutti gli sforzi che stavamo facendo per ottenere fin dal vigneto un prodotto eccellente. Dopo un duro lavoro e grandi discussioni, decidemmo quindi di lanciare una nuova linea dedicata alla ristorazione. Iniziò un percorso, frutto di una scelta ritenuta ancora oggi lungimirante e coraggiosa, che si rivelò vincente.

Era nato il Progetto Qualità Domìni Veneti.

La vendemmia 1990: annata calda, scarsa produzione, grande qualità

Il Prof. Giuseppe Gaburro, allora direttore della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università degli Sudi di Verona divenne presidente. Nacque il primo congresso di Enometria, promosso dalla Vineyard Data Quantification Society e organizzato dall’Istituto di Scienze Economiche della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università degli Studi di Verona. L’evento richiamò oltre 50 relatori da tutta Europa (Belgio, Francia, Olanda, Portogallo, Spagna e Ungheria), dagli Stati Uniti e dal Sud America. Vi parteciparono anche numerosi studiosi italiani come Antonio Calò e Roberto Ferrarini, Lamberto Paronetto, il giornalista Daniel Thomases e l’allora Ministro dell’Agricoltura Gianni Fontana. L’anno successivo fu istituito il Premio Domìni Veneti che proseguì fino al 1996, consistente in 100 bottiglie di Amarone.

Ma cos’è l’Enometria? Una parola tanto nuova da non essere neppure menzionata sul dizionario? É lo studio delle bevande alcoliche nell’insieme degli aspetti economici, culturali e sanitari al fine di individuarne tanto i vantaggi quanto gli inconvenienti.

Degustare l’Amarone della Valpolicella Classico Vigneti di Jago” annata 1990 ci riserva ancora oggi emozioni straordinarie.

 

Domìni Veneti Amarone della Valpolicella Vigneti di Jago

1992 La vendemmia dell’abbondanza

Una raccolta che non dimenticheremo mai fu quella del 1992. Capita in natura che in alcuni anni la produzione sia eccezionalmente abbondante. Già tra giugno e luglio capimmo che saremmo andati incontro a una vendemmia eccezionale. Le giacenze in cantina erano ancora alte, dove avremmo messo il vino? In quegli anni si metteva uva a riposo solo quando si avevano ragionevoli probabilità che i grappoli arrivassero sani fino a gennaio, al momento della pigiatura. Un concetto, quello della selezione delle annate più favorevoli, che l’attuale successo commerciale dell’Amarone e le tecniche di controllo dell’appassimento hanno purtroppo, in alcuni casi, reso secondario, compromettendo la qualità del vino.

Con il “progetto di rinnovamento del parco legni” nel 1994 arrivarono in Cantina le prime 16 botti in legno da 50 hl ed alcune barrique.
L’Amarone cominciava a farsi spazio sul mercato.


Quella del 1995 fu definita “la vendemmia del secolo”


Per la verità si trattò di una stagione di raccolta incerta fino a metà agosto, al punto che in ambito consortile si pensava di chiedere un abbassamento minimo del grado potenziale minimo delle uve da 10 a 9.5%. Invece le uve giunsero a perfetta maturazione e la vendemmia venne classificata fra quelle a 5 stelle. Riuscimmo a mettere in appassimento ben 4300 quintali di uva.
Fu l’anno in cui la Cantina intraprese il suo primo ampliamento con la realizzazione di un nuovo magazzino. Grazie al Consorzio di Tutela, che lanciò una forte campagna di promozione e comunicazione, Veronelli definì il 1995 un’annata eccezionale. Finalmente anche i giornalisti cominciarono ad accorgersi di noi e a scoprire l’Amarone.

Sotto la guida di Carlo Speri, Presidente del Consorzio di Tutela, e poi di Stefano Cesari suo successore, ebbe quindi inizio l’iter per il riconoscimento della DOCG per Amarone e Recioto della Valpolicella.

Quella del 1997 fu una vendemmia di ottima qualità, anche se con quantità molto scarse.

In cantina vennero insediati speciali vinificatori per migliorare la produzione e si ottimizzò la pressatura. Sui mercati nazionali e internazionali l’Amarone acquisiva sempre più valore e apprezzamento. Sollecitammo quindi i Soci a porre a riposo una maggior quantità di uva: nel complesso 6600 quintali.

Anche il 1998 fu un’ottima annata, molto simile alla precedente.

Mentre il successo dell’Amarone aumentava anche l’uva posta ad appassire in Cantina passò in un solo anno a 7700 quintali.

La vendemmia 2000 si ricorda per la sua qualità
Nel 2000 fu inaugurato il nuovo impianto di appassimento. Fu una vendemmia eccezionale.

L’estate fu calda e la quantità di uva scarsa, ma con un grado zuccherino elevatissimo. I vini di quest’annata furono particolarmente profumati ed equilibrati. Viceversa il periodo di appassimento fu molto difficile per le continue piogge e l’elevata umidità. Queste condizioni sfavorevoli valorizzarono gli investimenti destinati dalla Cantina al monitoraggio dei fruttai destinati all’appassimento, ma che proprio in virtù di questi non compromisero l’ottenimento di un Amarone di grande qualità.

Annata 2001: Tre bicchieri al Recioto “Vigneti di Moron” 2001

 

In un momento in cui tutti i vini dolci a livello mondiale erano in crisi decidemmo di immettere sul mercato un nuovo passito rosso sfidando anche l’immagine del prodotto nel territorio, qui in Valpolicella. Scegliemmo le migliori uve con l’obiettivo di realizzare un grande Recioto. A Moron le uve maturano con grande anticipo, i terreni sono sciolti e favoriscono l’accumulo zuccherino e l’acidità, donando al vino note particolarmente dolci.

Il Recioto con il grande successo dell’Amarone aveva perso attenzione. Bisognava dargli una nuova interpretazione per esaltarne la qualità e i profumi della frutta appassita. Abbiamo pensato quindi a un vino più complesso, arricchito dalle essenze di legni francesi delle foreste Allier e Nevers: sentori di vaniglia, più alcolicità per nuovi abbinamenti oltre al dessert a fine pasto, come i formaggi erborinati e piccanti. Volevamo imprimere a questo vino antico un cambio di stile e un gusto leggermente più secco. All’inizio vinificavamo solo in acciaio, ma il nuovo progetto prevedeva invece un passaggio di maturazione in barrique. In effetti questo progetto enologico sfidava il mercato e il gusto internazionale.
Alla fine siamo stati premiati e nel 2004 siamo stati la prima cantina cooperativa italiana a ottenere il riconoscimento dei 3 Bicchieri del Gambero Rosso.
Ottimo l’abbinamento con il cioccolato amaro al 70%.

E come non ricordare il 2003, l’anno più caldo e siccitoso degli ultimi cento anni?

La vendemmia precoce, la pigiatura anticipata e un apposito decreto ministeriale ci permise di cominciare a pigiare il vino il primo dicembre.
Vi fu anche l’ampliamento più importante riguardo la nuova sala appassimento, un nuovo magazzino e una nuova cantina di 700 metri quadrati per ogni piano.
I lavori cominciarono all’inizio di gennaio e si conclusero in tempo per mettere a riposo 11.800 qli di uva!

1989 – 2003
Oggi ci fermiamo qui con questo excursus di memorie enologiche, nel prossimo articolo vedremo le migliori annate che hanno animato dal 2004 a oggi.

 

 

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